Una delle grandi ricchezze di Scicli è il suo splendido litorale di circa venti chilometri, diciotto dei quali formato da grandi spiagge di fine sabbia dorata, per la maggior parte libere e prive di stabilimenti balneari e per questo ancora custodi d’innata bellezza. Il mare è cristallino ovunque, con prevalenti fondali bassi, ideali per i bambini.
Scicli ha cinque frazioni marinare e diverse contrade che si affacciano sul mare. Partendo da ovest, la prima che si incontra è Playa Grande, la più moderna e piccola della borgate, fondata a partire degli anni sessanta e ricca d’eleganti ville con giardino intervallate da viali alberati. Il borgo si affaccia su una bella spiaggia quasi completamente libera che degrada da un lato verso gli scogli che portano a Donnalucata e dall’altro verso la Riserva dell’Irminio, un’oasi naturalistica unica.
Per chi ama la natura incontaminata, sarà una piacevole esperienza passeggiare tra falesie, coste sabbiose, piccoli boschi di macchia mediterranea che fanno da cornice alla foce del fiume. Insieme a una ricca fauna rendono questo luogo un santuario da non perdere, per chi ama trascorrere le giornate in mezzo alla natura, senza privarsi di un bagno rinfrescante alla fine del sentiero che conduce all’azzurro del Mar Mediterraneo.
A poca distanza da Playa Grande, si trova la più grande borgata marinara di Scicli: Donnalucata. Il suo nome tradisce l’antica origine: è indicata infatti dal geografo arabo Idrisi, nel XII secolo, con il nome di ʿayn al-awqāt, la fonte delle ore, per via di una sorgente d’acqua dolce che sgorga ancora adesso direttamente dalla spiaggia (ugghie), e che un tempo lo faceva a intervalli regolari, proprio in occasione delle cinque ore diverse della giornata che combaciavano con quelle della preghiera musulmana.
La trascrizione fonetica latina ha dato l’odierno nome a una borgata viva con le splendide spiagge di Ponente e Micenci, la seconda a ridosso del lungomare ricco di eleganti ville borghesi di fine ottocento e liberty, divenuto la Marinella de Il Commissario Montalbano.
Suggestiva l’area del molo con il piccolo porto di pescherecci e il mercato del pesce che si tiene ogni giorno.
Da vedere, anche monumenti storici come Palazzo Mormino e, a pochi chilometri dal centro, la chiesa e il convento delle Milizie, sorti nel luogo dove, da tradizione, nel 1091 si svolse la battaglia fra Normanni e Saraceni, risolta a favore dei primi dall’intervento della Vergine, scesa dal cielo in favore dei cristiani direttamente in sella al suo cavallo bianco; infatti, all’interno della chiesa, si conserva un’orma impressa nella pietra della stessa Madonna.
La spiaggia di Micenci è solo l’inizio di un lungo litorale ininterrotto che si può percorrere a piedi accanto al mare, a mano a mano chiamato con i nomi delle differenti contrade; tra le più importanti, Pezza Filippa, Palo Rosso, Spinasanta, Arizza (ormai diventata frazione) e Bruca, l’ultima prima di arrivare alla frazione di Cava d’Aliga, sviluppatasi negli anni sessanta a partire da una piccolo golfo che custodisce, fra due alte pareti di scogli una splendida spiaggia. Particolarità di Cava d’Aliga sono le grotte che si aprono sotto le falesie, la più bella è quella del Covo dei Contrabbandieri.
Proseguendo qualche chilometro ad est, si arriva alla frazione rivierasca di più grande fascino: Sampieri. Borgo ottocentesco, il suo nucleo storico si sviluppa attorno al piccolissimo molo e all’attracco dei pescatori dove ogni mattina arrivano le barche dalle quali si può comprare direttamente il pescato.
La chiesetta della Madonna delle Grazie e il convento delle carmelitane scalze si differenziano dalle piccole case dei pescatori che sorgono sulle stradine acciottolate. Accanto a questa magia, nella parte più moderna del paese, si trova una meravigliosa spiaggia di quasi due chilometri dove depongono le uova le tartarughe Caretta Caretta, con dune alte anche dieci metri, una pineta, piccoli pantani e un laghetto carsico, importanti luoghi di sosta per gli uccelli migratori nella rotta da e per l’Africa.
A vigilare su tutto, la stupefacente mole della Fornace Penna, una fabbrica di mattoni rossi abbandonata dopo un incendio nel 1924 e divenuta uno degli esempi di archeologia industriale di tutto il Mediterraneo oltre a essere la famosa Mànnara de Il Commissario Montalbano. Il mare di Sampieri è stato d’ispirazione del grande pittore Piero Guccione, capace di catturarne per sempre le infinite sfumature di colore nelle sue opere.
Sampieri trae la sua magia anche dal suo versante ovest, quello di Costa di Carro; da una piccola spiaggia a forma di mezzaluna parte infatti una riserva naturale con un ambiente sfavillante fatto di distese di palme nane endemiche della zona (a loro infatti è dedicata la riserva), agavi, capperi, canneti che degradano fino al sentiero che costeggia le alte falesie rocciose che sono una rarità del litorale e dalle quali i più coraggiosi osano anche tuffarsi.
Molte sono le grotte, tra cui quella dei Colombi. Continuando a costeggiare le falesie, si arriva a Punta Corvo, dove si trova la famosa spaccazza, una spaccatura che permette di arrivare a una splendida battigia di scogli con una mare che assume colori unici e spettacolari. Luogo ideale per una passeggiata naturalistica, il parco extraurbano di Costa di Carro e Punta Corvo ha tra le sue attrazioni anche le suggestive rovine di un faro dei finanzieri, numerose volte set de Il Commissario Montalbano.
Quasi venti chilometri di costa libera che ti aiuteranno a ritrovare l’equilibrio psico fisico tanto desiderato, dopo i mesi che ci siamo lasciati alle spalle.