Il teschio che ride
Giovedì 4 ottobre “Cenere” sarà a Ragusa Ibla, nelle splendide sale di palazzo La Rocca, sempre con MoMò Calascibetta, sempre con Andrea Guastella.
Tutto inizierà dove tutto è iniziato: lì, durante la fioritura della primavera del 2017, ai piedi del Duomo di San Giorgio, il quale ci ha finora guidati come bimbi perduti in un mondo di cui, chi conosce la sua funzionalità, non può affermare che sia bello (biologicamente ed esteticamente), soprattutto perché l’aggettivo corretto non è stato ancora inventato.
Alle 17:30 ci vedremo al Circolo di Conversazione, mentre gli artisti di strada saranno per i vicoli della città. Immediatamente dopo metteremo in scena ciò che “Cenere” desidera: il contrario del contrario del contrario.
Questa volta il mio testo ecologico intitolato “La Cenere dell’acanto”, per intuizione del curatore, avrà una sala per sé, soltanto per sé, con un leggio a sostenerlo, con un faro puntato sul testo, con tanta aria intorno, a disposizione dei fruitori. Troppo onore per le mie sgrammaticate parole, certo; ma vabbè… è affascinante assai, ed elegante quanto le nuvole.
Nella stessa sera verrà letto il dialogo scritto insieme ad Andrea Guastella, dialogo che ha dato il sottotitolo a questo appuntamento ibleo: “Il teschio che ride”, una frase che ne significa due, o forse tre. Per l’occasione parleremo di arte, e di quello che è diventata quando fu deciso di renderla “contemporanea” (come la morte).